Come non fare web marketing e vivere infelici: indossa l’armatura (parte 2)

alberosocialironman

La settimana scorsa ho parlato in questo articolo di quanto sia inutile e controproducente prendere sottogamba le opportunità che il web marketing mette a disposizione delle aziende e mi sono posto una domanda prendendo ad esempio il caso della Pizzeria Brandi:

“se i numeri presentati sopra fossero stati diversi, figli di una strategia di web marketing consona all’importanza dell’azienda in questione, siamo certi che il risultato sarebbe stato lo stesso? Google avrebbe considerato morta o viva più che mai una realtà con una forte presenza comunicativa sul web e sui social?”

Specifichiamo una cosa: è opinione diffusa  tra i vari SEO che i “social signals” non influenzano direttamente il ranking di un sito web, ma è altrettanto vero che un alto valore di questi segnali può fare da veicolo per l’acquisizione di link spontanei (più che opinione è la realtà, ma adoro quest’espressione).

Si, ma che vuol dire? Vuol dire semplicemente che la battaglia va combattuta su più fronti, da una parte sarà necessario affermare e confermare la presenza aziendale sul web attraverso il proprio sito e dall’altra veicolare un’azione social fatta talmente bene da riuscire a creare una community attiva e quindi convertibile.

Queste due azioni sono le facce della stessa medaglia, per cui torniamo al quesito cruciale: “può un’azienda ignorare queste cose?”

La risposta è semplice: non può, non può nascondersi dietro la presunzione di avere un marchio che “si vende da solo” perché arriveranno prima o poi dei concorrenti che grazie alla giusta comunicazione e ad un attento lavoro di web marketing cominceranno a scalare la classifica delle preferenze fino a sorpassare  chi “si vende da solo”.

Perché, ed è giusto ricordarlo, fino a quando c’è spazio per tutti e la potenziale clientela rimane inalterata si può ancora continuare a vendere, ma quando questi due fattori subiscono una modifica allora la situazione può mutare, e rapidamente.

Anche perché c’è un altro importante fattore da considerare e che molti imprenditori sembrano ignorare quando si parla di investimenti:

Si investe quando l’azienda è in salute, e si investe per crescere.

Certamente non esiste la bacchetta magica ed ogni realtà ha una storia a sé stante, con dinamiche, problematiche, obiettivi e situazioni diversi e non è detto che ciò che vale per Tizio possa valere anche per Caio, anzi è decisamente il contrario.

E quindi? Come si fa? Semplice, bisogna agire allo stesso modo attraverso il quale Tony Stark è riuscito a fuggire da una situazione critica: costruire la propria armatura e trasformarsi in Ironman.

La strategia di web marketing deve diventare la nostra armatura, deve proteggere e consentire di combattere amplificando i nostri punti di forza soprattutto quando abbiamo la consapevolezza, riconosciuta, di fare bene il nostro lavoro.

Tutte le armature di Tony Stark hanno un nome in codice legato alla tipologia di armamento installato, alla finalità ed alla versione, diciamo che la nostra potremmo chiamarla IronWeb.

Ed allora prendiamo la nostra IronWeb ed armiamola con: bombe di comunicazione, missili di contenuti utili,  proiettili di bellissime foto, raggi laser di SEO  e miglioriamo la potenza di fuoco che può scaturire dal nostro sito web rendendolo responsive.

Ed aggiorniamolo periodicamente perdindirindina (il filtro volgarità funziona finalmente).

Facciamo in modo che tutti questi strumenti siano collegati tra loro da un’unica strategia e finalizzati ad un unico obiettivo: il miglioramento della nostra posizione sul web.

E’ vero che l’autorevolezza di un marchio è determinata da una migliore posizione ma è altrettanto vero che la migliore posizione può essere influenzata da quanto un marchio riesca ad essere autorevole attraverso tutti i canali di comunicazione.

Non è accettabile vedere su una fanpage aziendale fotografie di pessima qualità, post senza capo ne coda, testi che non hanno nulla di coinvolgente e non è pensabile avere un sito web che non possa essere consultato da mobile quando ormai, e lo sanno anche i bambini, la maggior parte degli utenti naviga dallo smartphone.

Come meravigliarsi quando poi, facendo una ricerca sul famoso motore di ricerca (non ce la faccio, devo inserire questa espressione in ogni post), la nostra attività non appare in prima pagina? E noi che facciamo questo mestiere sappiamo bene che la seconda pagina di Google è la morte di un’azienda.

E’ inutile girarci intorno, dobbiamo indossare IronWeb ed aumentare la nostra forza, confidando nella certezza che il Reattore ARC alimenterà l’armatura con la giusta potenza.

Ma come? Ci dici tutte queste cose e non proponi una soluzione?

Certo che lo farò, nel prossimo articolo, l’ultimo di questa trilogia, io stesso indosserò IronWeb e la armerò di alcune idee per far meglio comprendere quanto alte sono le potenzialità di un’azione di web marketing fatta bene.

Ma per poterlo fare bene c’è bisogno che il destinatario di queste indicazioni si spogli di un certo tipo di presunzione ed indossi insieme a me IronWeb che oltre ad essere dotata delle giuste armi è dotata anche di una buona dose di umiltà.

E tu? Come la chiameresti la tua armatura? Ci pensi? Condividi e ci pensi?

4 pensieri riguardo “Come non fare web marketing e vivere infelici: indossa l’armatura (parte 2)”

    1. Silvia scusami, nel casino di questi ultimi 10 giorni ho tralasciato il tuo commento.

      Sono contentissimo che ti sia piaciuto e ti ringrazio per l’apprezzamento, oggi e con ritardo è uscito anche il terzo ed ultimo capitolo.

      Ma nel frattempo mi dispiace non averti risposto prima.

      Buona giornata 🙂

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